Prima risposta (delle tante) all’articolo che commentava ieri la vittoria della lista di Riccardo Pacifici a Roma
Roberto Jarach
Caro David, non finirai mai di sorprendermi per la costanza con la quale, sostenendo spesso cause giuste, riprendi stereotipi del passato fatti di luoghi comuni e vaghe accuse senza contenuto né prove e, peggio, senza conoscenza dei fatti e della storia.
Oggi tu parti da un fatto di grande rilievo quale la vittoria della lista di Riccardo Pacifici nelle elezioni romane e del grande riconoscimento personale datogli per gli indubbi meriti in vent’anni di attività comunitaria, per attaccare tutta la politica e la gestione delle Comunità, con particolare riferimento a Milano.
Come sempre lanci accuse generiche, senza riferimenti a persone o fatti specifici con contorni temporali indefiniti (vent’anni fa era il 1988, Presidente a Milano Giorgio Sacerdoti del quale non ricordo nulla che si possa riconoscere nelle tue accuse).
Forse quella che definisci “era geologica” è di molto antecedente e risale al dopoguerra con tutti i problemi della ricostruzione e del sostegno ai reduci, agli sfollati, alle vittime delle persecuzioni: forse allora “il censo” consentiva “distrazioni” quali la gestione della Comunità che “il popolo”, “la base” non avrebbe potuto permettersi essendo impegnata per la sopravvivenza e la rinascita.
Prendo tristemente atto che nella tua visione delle cose, l’impegno personale disinteressato, spesso oneroso, è una colpa imperdonabile foriera solo di disgrazie per la Comunità
Ancor più inesatta ed infondata è “l’accusa ai pochi che a fine anno staccavano cospicui assegni per coprire i disavanzi pubblici”: in parte una realtà dell’anteguerra negli anni trenta e, come detto, dei primi anni dell’ultimo dopoguerra: l’aver garantito la sopravvivenza (o meglio la rinascita) delle Comunità è una colpa? Sarebbe stato meglio chiuderle? Quali geniali soluzioni avresti escogitato tu per evitare questa jattura?
Ogni tempo ha una sua propria realtà ed un contesto in cui la società si sviluppa. A posteriori è facile criticare e trovare errori, ma ciò che oggi può funzionare non poteva farlo 50 anni fa.
Ma veniamo ad Israele ed alle accuse agli atteggiamenti della “elite ebraica assimilata e lontana dalle tradizioni” che “sosteneva criticamente lo Stato d’Israele”: fai una volta per tutte dei nomi, non lanciare accuse generiche, dai la possibilità a chi accusi di fornire ai tuoi lettori la propria visione delle cose e della “politica”, non è con vaghe e generiche insinuazioni che riuscirai ad incrementare la consapevolezza di chi non è impegnato né a far cambiare idea a chi lo è.
Troppo spesso nei tuoi scritti ti ergi a giudice degli altri e depositario dell’unica verità: cerca di confrontarti apertamente e di pensare che forse qualcun altro ha dei buoni sentimenti e delle buone idee anche se diverse e lontane dalle tue.
Termino ribadendo che ritengo che Riccardo Pacifici, al di là della occasionale eccessiva esuberanza, abbia dei grandi meriti per ciò che ha rappresentato e per ciò che gli auguro di cuore riuscirà a fare dopo il successo elettorale: ma i meriti restano suoi senza bisogno di confrontarli con i lamentati demeriti di altri.
Cordiali saluti.
Roberto Jarach
Roberto, il solo evocare un passato diverso ha portato reazioni stizzite e tu vorresti addirittura i nomi? Lascio giudicare i lettori se le mie sono state solo fantasie. Mi rimane però un dubbio: Dove diavolo hai mai letto nel mio articolo dell’ “accusa” ai pochi che staccavano assegni? David